Pittore, scultore e incisore, Hassan Vahedi è nato il 10 novembre 1947 a Teheran, dove si è diplomato in pittura e scultura alla locale Accademia di belle arti. Ha partecipato insieme a letterati ed artisti del suo Paese al gruppo "Talere Iran". Giunto in Italia alla fine del 1974, ha studiato pittura con Montanarini e Trotti e scultura con Fazzini e Greco all'Accademia di belle arti di Roma. Risiede e lavora a Roma con studio in via Sirte n.40.

Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in Italia ed all'estero.

domenica 27 marzo 2011

Recensione di Ruyin Pakbas - Hassan Vahedi, Dalla tavolozza alle stelle




Ho incontrato Hassan Vahedi per la prima volta nel 1968 a Teheran. Era un giovane artista colmo di passione e di entusiasmo, proveniente da una famiglia religiosa. Proiettato verso il mondo della pittura, andava dappertutto con molta curiosità, si emozionava nel vedere e nello sperimentare nuovi percorsi. Dipingeva senza timori, per lui dipingere era tutt'uno con la vita.
Quel giovane artista assetato di novità dopo qualche anno è giunto a Roma, dove ha imparato come doveva mischiare goccia a goccia la sostanza della vita con i colori e come trasferirla sulla tela; ha imparato come si poteva avere una tela vasta come il mondo e disporre su di essa migliaia di segni e colori variopinti.
Ancora oggi, instancabilmente e con la medesima passione, ma con maggiore sapienza e profondità di pensiero, continua il suo lavoro, per raccontare la sua esistenza di pittore in questo mondo caotico.
Nella semplicità e nella schiettezza dei suoi primi dipinti avevo riscontrato una sorta di primitivismo pieno di originale umanità; dopo circa 35 anni, ritrovo approfondite nelle sue opere le medesime caratteristiche iniziali.
Nel mondo di Hassan si intrecciano il mito con la storia, la realtà con il sogno. I suoi uccelli sono messaggeri di tempi lontani, i suoi uomini ricordano gli idoli antichi. Nonostante ciò, ogni motivo della sua opera allude alla situazione dell'uomo contemporaneo: nostalgie, dolori, passioni, speranze. Hassan, da pittore moderno, porta in sé i grandi ideali; come molti post-moderni, è libero dalle preoccupazioni dello stile. È possibile che egli cambi ogni giorno il suo modo di lavorare o passi da una tematica all'altra: un uomo, un oggetto, un avvenimento, una poesia e perfino una foto su un giornale possono stimolarlo ad eseguire decine di tele.
Le sue fonti di ispirazione sono molteplici: dalla pittura infantile all'arte popolare iraniana, da Picasso a Matisse, ai neo-espressionisti. Nel processo di lavoro si abbandona completamente, lasciando emergere in modo aperto tutti i suoi amori, con la capacità di risolvere queste influenze nel suo linguaggio personale.
In una recente opera ha dipinto una scala che, partendo da una tavolozza, si innalza fino ad una stella splendente nel cielo. A mio parere, questa è la più eloquente definizione che si possa dare degli anni di impegno artistico di Hassan.

Ruyin Pakbas, Teheran, febbraio 2004

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